Dopo mesi di attività portate avanti da tutti i partner del progetto Erasmus+ Mediascapes, tra ricerca metodologia e incontri laboratoriali, siamo giunti quasi al termine di questo viaggio. Tra Italia e Portogallo, negli istituti scolastici coinvolti si sono svolte le ultime tappe: quattro giornate di restituzione dei prodotti audiovisivi realizzati durante i laboratori di storytelling transmediale, di dialogo tra studenti partecipanti, formatori e docenti, ma soprattutto di massima espressione delle competenze teoriche e pratiche acquisite incontro dopo incontro.
Sono questi i momenti in cui è possibile vedere che l’obiettivo che ci siamo proposti di portare avanti grazie a questo progetto, ovvero di sperimentare e promuovere i linguaggi legati allo storytelling e alla transmedialità nell’ambito della didattica, è stato piacevolmente accolto e portato a termine con i migliori risultati auspicabili.
LE GIORNATE DI RESTITUZIONE NELLE CLASSI ITALIANE
All’I.C. Emma Castelnuovo a Roma, ogni classe partecipante al progetto ha dedicato una giornata all’attività di restituzione.
I giovanissimi studenti e le studentesse della classe IV° hanno raccontato come è avvenuto il loro avvicinamento allo storytelling transmediale, in un percorso che li ha visti cimentarsi alle prese con la stop motion, i podcast e la tavoletta grafica, per poter raccontare una storia a partire da un tema affrontato in classe precedentemente e che era rimasto particolarmente impresso, ovvero l’antica arte degli origami. Vedere il materiale realizzato in sinergia con tutto il gruppo classe, raccontare l’esperienza formativa vissuta con l’aiuto dei formatori esperti, condividere quanto è stato compreso sul potere del transmediale ha caratterizzato questo primo incontro di restituzione.
Anche il secondo giorno di restituzione, che ha visto protagonisti le due classi partecipanti della Scuola Secondaria di Primo grado, è stato animato dalle stesse attività di dialogo, confronto e espressione di quanto hanno appreso sperimentando il cinema interattivo, con interviste, tecniche di improvvisazione teatrale, fotografia, interviste doppie. Questa giornata è stata anche dedicata al racconto del prodotto finale che i destinati hanno potuto realizzare: il lavoro di squadra di tutti gli alunni ha portato alla produzione di un prodotto audiovisivo che parla proprio di loro, del loro vissuto e delle loro emozioni come abitanti del quartiere Ponte di Nona.
LE GIORNATE DI RESTITUZIONE IN PORTOGALLO
Anche a Viseu, in Portogallo e più precisamente tra le classi della Escola Secundaria Viriato, sono stati dedicati due giorni all’attività di restituzione per presentare i risultati ottenuti dopo mesi di appuntamenti formativi proficui. La prima sessione è stata un incontro tra studenti e studentesse partecipanti, docenti e esperti formatori, in cui hanno avuto la possibilità di raccontare le attività svolte e di valutare insieme criticamente i risultati dei workshop di Mediascapes.
In particolar modo, è stato lasciato ampio spazio per la messa in mostra del processo di lavoro svolto dagli studenti, per sottolinearne l’importanza e la buona riuscita. Tutti i ragazzi e le ragazze hanno espresso tutta la sinergia e motivata partecipazione con cui hanno lavorato, nonché le conoscenze teoriche e le tecniche acquisite sulla narrazione transmediale, tutti elementi necessari per l’ideazione e la produzione di On the Move, ovvero il cortometraggio finale realizzato, di cui hanno potuto raccontare le molteplici micro-narrazioni che lo hanno composto e i relativi significati.
Durante la seconda sessione, invece, gli studenti hanno potuto presentare l’intero progetto ai propri genitori, illustrandone l’organizzazione e gli obiettivi, i laboratori di narrazione transmediale e le esperienze vissute. Naturalmente non potevano non essere mostrati anche tutti i materiali utili ottenuti da questi sforzi e, soprattutto, On the Move. Dopo la visione, l’incontro si è concluso con una stimolante discussione intorno a un concetto che, siamo sicuri, resterà nella mente di tutti i presenti ancora per un po’ e che darà ancora modo di parlare di storytelling transmediale e logiche transmediali applicate alla produzione audiovisiva: “On the Move” è un film? Cosa manca affinché questa storia, il materiale filmato e prodotto, possa essere considerato un film? Possiamo “continuare a muoverci”?