Il progetto “TECLA” arriva al Moscerine Film Festival

Il cortometraggio Il mistero della cittadinanza scomparsa realizzato dalle studentesse e dagli studenti della V°A dell’IC
S. Salacone (plesso Carlo Pisacane) e con la guida e la supervisione alla regia di Flavia Montini è stato selezionato al Moscerine Film Festival 2024, per la categoria Focus Scuole.
Il corto è un capitolo del lungometraggio collettivo Tecla nella famosa foresta chiamata Fantasia che comprende tutti i prodotti audiovisivi realizzati durante i laboratori del progetto TECLA. Costruire Cittadinanza attraverso l’arte di cui siamo stati partner.
Questo capitolo ha come protagonisti Jacopo, Maya, Oggy e Leyla, che frequentano la quinta elementare. Un giorno scoprono che a uno di loro è stata rubata la cittadinanza italiana e per questo non potrà andare in gita con la classe, così i quattro amici si metto all’opera per scoprire chi si cela dietro questo mistero.
In attesa di scoprire l’esito della candidatura nelle giornate del festival dal 2 al 5 maggio, restiamo con le dita incrociate e auguriamo buona fortuna ai nostri piccoli cineasti!

Proiezione di “La città incantata” per la nuova edizione di “Sguardiattivi”

Per il secondo appuntamento della nuova edizione del progetto “Sguardiattivi”, le studentesse e gli studenti dell’Istituto Comprensivo “Via Maffi” di Roma hanno partecipato alla visione del film d’animazione La città incantata, del regista Hayao Miyazaki.
Dopo la proiezione a scuola, i giovani spettatori hanno partecipato anche a un incontro di approfondimento sul film e sul linguaggio cinematografico, analizzando gli elementi chiave e le importanti tematiche trattate attraverso le avventure fantastiche della giovane protagonista. Tutto sempre guidati dalla nostra esperta formatrice Valentina Valente.

Dallo storyboard al ciak: stop motion tra i laboratori di Cinema Inclusivo

Per realizzare un prodotto audiovisivo bisogna avere una storia ed è per questo che il punto di partenza degli incontri laboratoriali del progetto Cinema Inclusivo sono stati gli storyboard, creati dalle studentesse e dagli studenti lasciandoli immaginare delle brevi storie e scegliere liberamente le tematiche da trattare, i personaggi e le ambientazioni.
Divisi in gruppi, sono nate tante brevi ma avvincenti storie diverse!

Uno tra gli intenti principali del progetto è rendere le attività completante inclusive, per tutti gli studenti senza alcuna esclusione, ed è per questo che tra i materiali utilizzati non sono mancati anche quelli attraverso cui alcuni studenti sentono di poter comunicare più direttamente e liberamente, come personaggi Lego e make up. In questo modo tutti gli studenti, divisi in gruppi, hanno dato vita a tante brevi ma avvincenti storie, sperimentando con le varie attrezzature e seguendo tutti i passaggi sotto la guida di Alessandra di Bartolomeo.

Scattandosi fotografie a vicenda da animare successivamente grazie alla stop motion, alcuni studenti hanno raccontato le avventure di un ragazzo alle prese con una scopa volante; un altro gruppo ha reso lo stesso personaggio un disegno di carta e lo ha inserito in un’altra storia fatta di ambienti e soggetti ritagliati e fatti interagire con le miniature giocattolo sempre animate utilizzando la tecnica dello stop motion. Il terzo gruppo di studenti ha scelto di essere i protagonisti della loro storia inventata, fatta di supereroi e cattivi da combattere, fotografandosi a vicenda da far diventare poi dei ritagli da muovere e animare scatto dopo scatto. Le emozioni sono state, invece, al centro delle attività laboratoriali avvenute tra gli studenti e le studentesse più grandi: sono state proprio queste ultime a scegliere di utilizzare del make up sul proprio viso per esprimere e raccontare le proprie emozioni in riprese realizzate a vicenda.

Il lavoro di squadra, la creatività, l’acquisizione di competenze teoriche e pratiche, la voglia di mettersi in gioco e di esprimersi attraverso l’audiovisivo, la tecnica dello stop motion e delle riprese, nonché di comprendere come utilizzare le attrezzature per raccontare le proprie storie sono stati gli elementi che hanno caratterizzato senza dubbi gli incontri laboratoriali svolti tra le varie classi partecipanti a Cinema Inclusivo. 

Incontri di analisi critica per il progetto “Cinema Inclusivo”

Il progetto Cinema Inclusivo prosegue le sue attività con incontri tra i banchi di scuola!

Come previsto dal primo dei tre moduli, le ragazze e i ragazzi dell’IIS Piaget Diaz di Roma hanno partecipato a incontri formativi di analisi critica del film Gran Torino, a seguito della visione in sala al Cinema Aquila. Guidati da Daniele Lupi, e fornendo strumenti di analisi anche per gli studenti BES, tutti gli studenti hanno ripercorso il film per approfondire la conoscenza del prodotto cinematografico, partendo dagli elementi che compongono la struttura narrativa. 

Il progetto è stato realizzato con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”.

“Sguardiattivi” ha una nuova edizione!

All’Istituto Comprensivo “Via Maffi” di Roma abbiamo avuto la possibilità e il piacere di avviare una nuova, e più piccola, edizione del nostro progetto Sguardiattivi. Guardare il cinema e parlare di cinema, sempre caratterizzato da momenti di visione di film e incontri di analisi con l’obiettivo di diffondere sempre di più la cultura cinematografica tra i giovani nelle scuole.

Per questa edizioni i nostri giovani spettatori e spettatrici sono gli alunni della Scuola Secondaria di primo grado e nel primo incontro hanno assistito alla trasposizione cinematografica di un classico della letteratura, ovvero “Oliver Twist”. diretto da Roman Polański e tratto dall’omonimo romanzo di Charles Dickens. Successivamente alla visione, hanno partecipato attivamente anche a un incontro di approfondimento sul film e sul linguaggio cinematografico tenuto dalla nostra esperta formatrice Valentina Valente.

Studenti e studentesse alla scoperta del Centro Sperimentale di Cinematografia

Tra le attività previste dal progetto Cinema Inclusivo rientra anche l’iniziativa di portare gli studenti e le studentesse partecipanti alla scoperta del Centro Sperimentale di Cinematografia, visitando così un’Istituzione significativa del mondo cinematografico.

Dopo un’introduzione iniziale dei corsi e la proiezione di un prodotto audiovisivo realizzato dagli studenti del CSC, i ragazzi sono stati accompagnati dai docenti tra le aule e gli spazi più significativi del Centro, ammirando le attrezzature e ascoltando le esperienze e i consigli da ogni aspetto che compone un prodotto audiovisivo. Dai racconti sulla fase di produzione di un film alla visione delle aule e dei materiali utilizzati dal reparto costumi e dagli scenografi, passando per le postazioni in cui si lavora agli effetti visivi, gli studenti e le studentesse si sono sentiti vicini al mondo del cinema e a quello che si cela dietro, scoprendo il valore di istituzioni come il Centro Sperimentale di Cinematografia che partecipano a conservare e promuovere il valore artistico del cinema.

Appunti sul Transmedia Storytelling: terzo incontro con i nostri intervistati

Se hai seguito la serie di incontri con i nostri intervistati, saprai che per il progetto europeo “Mediascapes. Transmedia digital Storytelling for audiovisual and media literacy skills” vogliamo aprire una finestra sul Transmedia Storytelling che possa far luce su questa forma di comunicazione e narrazione e allo stesso tempo efficace metodologia didattica attraverso l’utilizzo consapevole dei vari media, analogici e digitali. E proprio per questo abbiamo sviluppato una ricerca metodologica in cui anche i racconti di docenti, esperti e ricercatori della materia potessero essere una componente fondamentale!

IL NOSTRO ULTIMO INTERVISTATO: Corrado Petrucco

Giunti alla fine del nostro percorso di interviste, gli ultimi appunti provengono dal confronto sul Transmedia Storytelling avuto con Corrado Petrucco, Professore associato presso l’Università di Padova. Egli ha voluto far emergere l’importanza del processo creativo di produzione dello storytelling, il quale secondo il suo punto di vista per essere funzionale dovrebbe sempre essere articolato in due fasi. A tal proposto, distingue una prima fase in cui i partecipanti vengono alfabetizzati al corretto utilizzo dei vari strumenti e attrezzature per la realizzazione dei contenuti mediali, in quanto “ad esempio è necessario che imparino a compiere delle riprese con una videocamera, a distinguere le varie inquadrature, e non essere legati solo alle riprese con il proprio smartphone“; la seconda fase, invece, è incentrata sul lavoro per la scoperta del sé e delle proprie idee al fine di costruire uno storytelling che sia perfetta espressione del sé. “Ci deve essere un bilanciamento di parte visuale, spontanea, mediale, con una riflessione metacognitiva sui contenuti che andranno a sviluppare verbalizzato in formato testuale. In questo modo si riescono a sviluppare doppie competenze: mediali e testuali, verbali“.

Da queste considerazioni, unite al racconto di un’esperienza di storytelling in cui vi è stata la realizzazione di un digital storytelling in formato video e la trasposizione del racconto in formato cartaceo (fumetto), riteniamo di fondamentale importanza condividere anche con voi una riflessione sull’inportanza e i benefici che l’intruzione di vari media tra i banchi di scuola per la creazione di storytelling. Petrucco ha affermato che lasciando sperimentare gli studenti nella creazione di storytelling, digitali e transmediali, si riesce davvero a comprendere che qualunque media essi scelgono di utilizzare sarà sempre un supporto efficace, capace di generare competenze mediali, narrative e soprattutto espressive, ma anche di far apprendere.

“Cinema Inclusivo” ha inizio: tutti al cinema a vedere “Gran Torino”

Con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”, è iniziato il progetto Cinema Inclusivo in cui inclusione, creatività, audiovisivo si fondono in un percorso di incontri di visione e analisi di film, nonché di laboratori scrittura e realizzazione di un prodotto audiovisivo con la tecnica dello stop-motion.

Il primo appuntamento ha visto gli studenti e le studentesse dell’IISS Piaget Diaz di Roma, con i quali noi di ArtedelContatto abbiamo sviluppato il progetto, diventare spettatori del film Gran Torino, con la regia di Clint Eastwood. I ragazzi hanno avuto la possibilità di vedere il film proiettato al Nuovo Cinema Aquila, accompagnati da un formatore esperto per la comprensione del prodotto cinematografico e lo sviluppo di una visione critica e consapevole delle immagini in movimento.

Appunti sul Transmedia Storytelling: secondo incontro con i nostri intervistati

Come vi abbiamo raccontato qualche articolo fa, con il nostro progetto europeo “Mediascapes. Transmedia digital Storytelling for audiovisual and media literacy skills” vogliamo aprire una finestra sul Transmedia Storytelling, potente forma di comunicazione e allo stesso tempo efficace metodologia didattica ancora poco diffusa conosciuta tra le giovani generazioni e tra i banchi di scuola.

Proprio per questo, la prima azione del progetto è stata completamente concentrata sul realizzare una ricerca sul Transmedia Storytelling, per creare un punto di riferimento per giovani, studenti, docenti, ricercatori, formatori e tutti coloro interessati a comprendere cosa caratterizza e valorizza il Transmedia Storytelling, soprattutto applicato alla didattica. Questo lavoro ha visto le nostre ricercatrici concentrarsi sui più disparati testi e saggi, a cui hanno deciso di affiancare anche una “ricerca sul campo”. Infatti, hanno intervistato docenti e ricercatori sul Transmedia Storytelling, nonché storyteller di professione, che hanno potuto supportare il lavoro di ricerca raccontando le loro preziose esperienze e punti fondamentali da sottolineare quando si parla di tale argomento. 

I NOSTRI INTERVISTATI: Valerio Di Paola e Anna Rita Vizzari

In questo secondo appuntamento potrai prendere appunti seguendo il racconto essenziale dagli incontri fatti con i nostri nuovi intervistati.
Il primo è Valerio Di Paola, docente presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dove si occupa, anche, di diffondere le logiche transmediali unite all’audiovisivo. Proprio per questo, oltre a elencarci quali sono le consuete tre parole che per lui definiscono il Transmedia Storytelling, ha scelto di porre in risalto le esperienze vissute in prima persona nei suoi racconti, soffermandosi sui benefici che tale metodologia può generare se ben introdotta nei processi di formazione scolastica. In particolar modo, ha lasciato una breve e preziosa testimonianza dei vantaggi che ha generato l’introduzione delle logiche transmediali nella didattica durante la didattica a distanza necessaria per poter continuare a svolgere le proprie lezioni in tempi di pandemia nel 2020. Ha raccontato che “Nell’epoca della pandemia, durante il lockdown, ho affrontato un processo di transmedializzazione della didattica necessario per rendere fruibile e interessante il momento della lezione in dad: lo spostamento online e l’utilizzo di social, repository online, dispositivi per creare contenuti video-fotografici sono diventati il modo per rendere transmediale la didattica. Oltre a scoprire il potenziale di quanto già quotidianamente utilizzato da parte degli studenti, un aspetto rilevante è stato il grande sviluppo della creatività che tale processo ha generato: maggior personalizzazione, racconto del sé, esplorazione di nuove tecniche e idee“.
Di Paola ha inoltre aggiunto una considerazione che noi stessi condividiamo, ovvero che in una dimensione di transmedialità dedicata alla didattica non bisogna fermarsi solo alla distribuzione di contenuti mediali su più media, per quanto capace di rendere ludico il processo di acquisizione delle informazioni e quindi di formazione, ma tenere in considerazione anche il feedback che danno gli studenti a cui ci rivolgiamo, e cioè le modalità di produzione che ognuno di essi sceglie di assumere per la creazione di nuovi contenuti da aggiungere allo storytelling iniziale.

La secondo persona che vi proponiamo in questo appuntamento con i nostri intervistati è Anna Rita Vizzari, docente di lettere nella Scuola secondaria di 1° grado ma anche docente in laboratori di Storytelling. Difatti, anche con lei è stato particolarmente interessante e proficuo dialogare sul transmedia storytelling in classe attraverso alcuni racconti diretti. In particolar modo, secondo il suo approccio è importante che l’esperienza laboratoriale della transmedialità venga proposta agli studenti, soprattutto i più piccoli,naturalizzandoli, facendoli cioè rientrare naturalmente nelle attività curriculari“. L’esempio più interessante che ci ha lasciato, e che vogliamo condividere con voi, è stato questo: “Gli studenti devono essere spinti ad essere liberi di fare video anche durante le attività che svolgono. Per esempio, gli studenti che utilizzano Minecraft possono ricreare lì una narrazione che riprende i punti salienti del capitolo di storia o del testo di letteratura, per citare alcune possibilità. Più concretamente, ancora, possono simulare come vivevano i soldati nelle trincee nella prima guerra mondiale, allestire con gli strumenti che Minecraft fornisce uno scenario e mostrare poi il personaggio che si muove in esso e fare una narrazione registrandola“.
L’aspetto più importante che Vizzari ha voluto sottolineare fornendo questi esempi di modalità di introduzione del transmedia storytelling a favore dei processi didattici è che disponendo di differenti media e modalità di utilizzo di essi, questa metodologia può essere utile anche per studenti con necessità particolari, in quanto strumento compensativo e capace di permette la valorizzazione di diverse intelligenze e la crescita della motivazione grazie alla personalizzazione dei percorsi e la creazione di un prodotto.

Appunti sul Transmedia Storytelling: primo incontro con i nostri intervistati

Con il progetto europeo “Mediascapes. Transmedia digital Storytelling for audiovisual and media literacy skills”, vogliamo aprire una finestra sul Transmedia Storytelling per far luce su questa potente forma di comunicazione e allo stesso tempo efficace metodologia didattica in un momento storico tanto attuale quanto lo sono i media che coinvolge.

Per questo, il nostro primo obiettivo è stato realizzare una ricerca sul Transmedia Storytelling che potesse essere un punto di riferimento per giovani, studenti, docenti, ricercatori, formatori e tutti coloro interessati a comprendere cosa caratterizza e valorizza il Transmedia Storytelling, soprattutto applicato alla didattica. In questo lavoro non ci siamo affidati solo ai più disparati testi e saggi come tradizionale supporto bibliografico, ma abbiamo deciso di portare avanti anche una “ricerca sul campo” ovvero intervistando docenti e ricercatori sul Transmedia Storytelling, nonché storyteller di professione, che hanno potuto supportare il nostro lavoro di ricerca raccontandoci le loro preziose esperienze vissute in prima persona e i loro punti fondamentali da sottolineare quando si parla di tale argomento. 

La nostra prima intervistata è stata Simona Tirocchi, Professoressa associata presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione dell’Università di Torino. Inoltre, ha coordinato l’unità italiana del progetto TRANSMEDIA LITERACY. Exploiting transmedia skills and informal learning strategies to improve formal education, finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020. 
Un momento particolarmente rilevate dell’intera intervista è stato certamente quello di introduzione al Transmedia Storytelling, provando ad individuare 3 parole chiave che potessero definirlo. Ecco quai ha scelto Simona Tirocchi:
1.
RACCONTO: per l’importanza nel processo di storytelling del racconto e del raccontarsi, soprattutto, grazie al quale far emergere identità, bisogni, aspettative, preferenze di chi lo sta utilizzando;
2. LINGUAGGI: per l’importanza del linguaggio utilizzato per il processo di creazione del racconto e dei molteplici linguaggi che si possono ritrovare nel processo di storytelling transmediale, soprattutto in un’era in cui diversi linguaggi compongono diversi contenuti che si diffondono attraverso differenti piattaforme;
3. CREATIVITÀ: in quanto produrre un transmedia storytelling (o un digital storytelling) significa avere idee creative e sapersi raccontare in maniera creativa attraverso formati mediali differenti.

Il secondo intervistato di cui vogliamo riportarvi gli appunti essenziali da tenere a mente è stato Enrico Granzotto, specializzato in narrazione e progetti immersivi, alcuni dei quali richiama anche il Transmedia Storytelling. Con lui abbiamo voluto trattare, tra gli altri argomenti, i benefici che apporta lo storytelling transmediale nei processi di apprendimento. Un dettaglio importante da appuntare è che proprio la combinazione di più media e dei relativi contenuti mediali permette una potente acquisizione di conoscenze: il processo di acquisizione del sapere si articola tra contenuti di testo e prodotti audiovisivi, tra narrazioni da ascoltare e altre da dover vivere in prima persona attraverso la realtà virtuale. Come affermato dall’intervistato, poter interagire in maniera fluida e ibrida, tra il cinema, i videogiochi, la realtà virtuale, le serie televisive ma anche letteratura, porta a rapportarsi a diversi sistemi di comunicazione, che sono pervasivi, plurali, nella mediasfera contemporanea. In questo modo, gli utenti hanno modo di esplorare diverse modalità di comunicazione ma anche diverse potenzialità di acquisizione di conoscenza, poiché conoscere e relazionarsi a diversi strumenti digitali e analogici offre ulteriori strade per l’accesso alla conoscenza

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