Per il progetto Mediascapes, tra gennaio e marzo 2024 il partner Cine Clube de Viseu ha portato avanti un ciclo di workshop a tema Transmedia Storytelling nella Escola Secundária Viriato (a Viseu). Dalla pratica dello storytelling all’editing del materiale prodotto, attraverso i vari workshop le studentesse e gli studenti partecipanti hanno potuto realizzare dei prodotti narrativi transmediali, creati e condivisi attraverso diversi media.
RACCONTI DAI WORKSHOP DI CINE CLUBE DE VISEU
Storytelling
I primi incontri di workshop hanno permesso ai partecipanti di entrare in contatto con la pratica dello storytelling. Guidati da Alice Santos, Carla Augusto e Mariana Duarte si sono potuti dedicare allo sviluppo del loro pensiero creativo, acquisendo strategie e processi creativi utili per la costruzione di una storia con tematiche vicine al proprio universo culturale e ai propri interessi, anche toccando tematiche importanti come il bullismo e l’interculturalità. Esplorando le infinite possibilità narrative offerte dall’uso dei media, gli studenti si sono sentiti spinti a raccontarsi liberamente, all’ascolto delle storie altrui e a lavorare in gruppo, costruendo così la storia alla base del prodotto finale.
Cinema d’animazione e stop motion
Il cinema d’animazione e la tecnica dello stop motion sono stati il tema del secondo blocco di incontri di workshop. Con l’aiuto di Margarida Pessanha, Graça Gomes e Carla Augusto, gli smartphone, attrezzature professionali, pc e tavolette grafiche sono stati i supporti con cui fare pratica, sviluppando al meglio la creatività e le abilità manuali di disegno e ritaglio e soprattutto acquisire le basi per coniugare l’animazione alla narrazione transmediale finale.
Sound design e filming
Per il completamento di un prodotto audiovisivo, non possono mancare gli incontri laboratoriali dedicati al sound design e alle riprese video. Gli studenti, con il supporto del tutor José Pedro Pinto, sono stati guidati nell’esplorazione dell’impatto del suono nei film e nelle fasi di registrazione e post-produzione di dialoghi, suoni d’ambiente e musica, scegliendo liberamente lo spazio interno ed esterno alla scuola più adatto alla loro scena, per poi cimentarsi nelle riprese. Con la guida di Inês Alves, tutti i partecipanti hanno sperimentato l’uso della telecamera, del microfono, del ciak, del lavoro di segreteria e dell’espressione attoriale: i ragazzi si sono sentiti spronati a mettersi in gioco in prima persona, lavorando come attori e come registi, attenendosi rigorosamente alle tecniche apprese e ragionando criticamente sulla manipolazione emotiva che la musica può esercitare sulle immagini.
Grazie al supporto finale di Inês Alves, José Pedro Pinto, Carla Augusto, Mariana Duarte e a un approccio di base al montaggio di alcune clip, entrambe le classi partecipanti hanno potuto portare a termine la realizzazione di un prodotto audiovisivo, incontrando le sfide insite in questo processo creativo e comprendendo in prima persona cosa c’è dietro. La collaborazione tra studenti, classi, insegnanti, formatori e coordinatori è stata la chiave del successo.
I COMMENTI DI CARLA AUGUSTO
Cosa resta impresso ai formatori da questa esperienza?
“Da un lato, l’organizzazione scolastica, con tutte le sue discipline, i programmi e gli orari, che definiscono e modellano la vita e il tempo degli studenti, la natura delle loro esperienze di apprendimento, le relazioni e la partecipazione. L’ingresso di operatori e progetti creativi esterni alla scuola ci permette di convalidare un altro modo di stare a scuola. Quando gli studenti fanno parte di processi creativi sono più liberi di partecipare in modo più autonomo e critico, spinti da un interesse personale e autentico, sperimentando un registro diverso da quello esistente del giusto e dello sbagliato, un registro di ricerca, conversazione, prova, tentativo, soddisfazione, critica, riconoscimento.
Dall’altro, il pragmatismo dei giovani studenti nel modo in cui hanno partecipato alle diverse attività ha reso chiaro ciò che pensano rispetto a tali proposte creative: non devono essere uguali alle attività in classe, devono offrire esperienze pratiche, devono avere il tempo necessario (che deve provenire dal programma di studio e non dal tempo libero), devono permettere a ciascuno di trovare il proprio modo di partecipare, devono consentire la riflessione sui percorsi e sui risultati individuali e del progetto.
Colpisce molto la scuola come la vedrete nel filmato finale: uno spazio etereo con studenti luminosi.”
Cosa è piaciuto di più ai partecipanti e cosa ha funzionato meglio?
“Ciò che è piaciuto di più è stato il FARE, usare le attrezzature, provare nuove tecniche, lavorare da soli ma anche essere accompagnati e poter vedere risultati concreti. Hanno apprezzato molto seguire il processo di animazione, la registrazione e il montaggio del suono e le riprese. Soprattutto filmare, stare davanti e dietro la macchina da presa.”